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L’Eremo dei Camaldoli rappresenta uno dei migliori punti panoramici di Napoli: un luogo da cui è possibile godere di una vista mozzafiato, che spazia da San Martino a Posillipo, dai Campi Flegrei fino al Vesuvio fino alle isole.

Presso l’Eremo avrete l’opportunità di far vagare lo sguardo su veri e propri tesori della natura e su scorci dalla bellezza disarmante. Gli scenari circostanti sono assolutamente suggestivi, e sono caratterizzati dall’alternarsi di giardini rigogliosi e capolavori di architettura.

Lo stesso Eremo può essere visitato ogni giorno, per fare un autentico tuffo nel passato e lasciarsi avvolgere da un’atmosfera d’altri tempi. In questa zona vi sono una splendida chiesa, delle celle monastiche e un belvedere da cui ammirare il paesaggio. Se vi trovate nella città di Napoli, una tappa in quest’area spettacolare è d’obbligo!

La chiesa dell’Eremo dei Camaldoli

Una delle maggiori attrazioni dell’Eremo dei Camaldoli è la suddetta chiesa, in stile barocco. All’interno della struttura c’è una sola navata, con sei cappelle ai lati: queste ultime sono decorate da una miriade di stupendi affreschi, realizzati da artisti che hanno lavorato a Napoli (tra cui Federico Barocci, Massimo Stanzione, Cesare Fracanzano, Luca Giordano, Andrea Mozzilli e Giovanni Bernardino Azzolino).

Invece, l’altare è frutto dell’abilità dello scultore Cosimo Fanzago. Egli non si limitò a disegnare il progetto, ma diede personalmente vita a questo importante elemento della chiesa.

Al di fuori dell’edificio, attira l’attenzione una magnifica torre campanaria. Il complesso include anche:

  • una farmacia, in cui i turisti possono acquistare prodotti fatti in casa come le tisane e il miele, nonché souvenir di legno;
  • una biblioteca, con un vasto assortimento di volumi antichi;
  • la sagrestia, adornata dalle opere di Gian Domenico Amitrano;
  • la Sala del Capitolo, affrescata da Evangelista Schiano;
  • un refettorio;
  • un ospizio;
  • una foresteria con 20 stanze;
  • sale per l’allestimento di mostre ed eventi, in cui periodicamente si svolgono anche concerti di musica classica.

Le celle e il belvedere

Proseguiamo con l’esplorazione dell’Eremo dei Camaldoli. Sulla destra della chiesa barocca c’è una porta, oltre la quale si estendono 16 celle monastiche. Esse sono incorniciate da alberi lussureggianti e cespugli profumati, in un parco ideale per le passeggiate e per respirare aria pura a contatto con la natura.

Il belvedere, per l’appunto, è la zona da cui si possono contemplare i dintorni: isole, certosa di San Martino, Vesuvio, Capo Miseno, Campi Flegrei. Secondo molte persone, questo è uno dei panorami più belli di tutto il mondo. Ispira serenità e gioia nell’animo, ed è perfetto per ritemprare lo spirito e per sentirsi in pace con sé stessi.

Il belvedere, in verità, è diviso in due sezioni: una per i visitatori e una per i monaci. Fate attenzione, quindi, a recarvi nella parte giusta!

Eremo dei Camaldoli: un po’ di storia

È molto interessante la storia dell’Eremo dei Camaldoli, che affonda le proprie radici nel ‘500. Per la precisione, i lavori per la costruzione dell’Eremo terminarono nel 1585, su commissione di Giovanni D’Avalos (il figlio di Alfonso di Aragona) e secondo un progetto di Domenico Fontana.

Una curiosità: l’Eremo è stato innalzato accanto a una cappella antichissima, fondata nel 439 da San Gaudioso. La cappella in questione è dedicata a Gesù, e l’Eremo è consacrato al SS. Redentore.

Dovete sapere, poi, che i monaci dell’Eremo non sono sempre stati lì, nel senso che hanno dovuto lasciare il complesso in due occasioni. Ciò accadde nel Decennio Francese, nel 1807, e nel 1866 per le leggi di soppressione dei Savoia.

Grazie all’intervento del cardinale Guglielmo Sanfelice, i monaci sono tornati all’Eremo dei Camaldoli nel 1885. Un cambiamento è avvenuto nel 1998, anno in cui la gestione è passata alle suore dell’ordine del SS. Salvatore di Santa Brigida.

Questi sono i dati salienti della storia dell’Eremo dei Camaldoli. I turisti amano ascoltare i racconti relativi ai luoghi che visitano: le vicende passate, comunque, sono esposte con dovizia di particolari nel corso dei tour guidati.

Come arrivare all’Eremo dei Camaldoli

Non è difficile giungere all’Eremo dei Camaldoli: si può arrivare sia in pullman, sia in un percorso misto con metropolitana e autobus. Nel primo caso prenderete l’ANM C40 alla Stazione Centrale di Napoli, o in alternativa l’OF (linea Stazione Centrale/Ospedali Cardarelli-Monaldi). Nel secondo, la metro linea 1 direzione Piscinola con fermata al Policlinico, e il C44 verso i Camaldoli.

Ovviamente è possibile anche spostarsi con la macchina. In queste circostanze, è consigliata la tangenziale per Fuorigrotta con uscita ai Camaldoli.

Il complesso sorge in via dell’Eremo 87, ed è un vero e proprio simbolo del patrimonio storico, religioso e artistico di Napoli. È un must per coloro che vogliono unire, nel loro viaggio, gite culturali, camminate all’aria aperta e contemplazione di panorami da sogno. Tra l’altro, nei dintorni si trovano vari ristoranti in cui assaggerete le prelibatezze tipiche del territorio campano!